Non amo le cose standard e questo viaggio ne è l’ennesima riprova. Partito da solo, con il solito zaino e la macchina fotografica come fidi compagni, pronto per questo viaggio, insperato e voluto a tutti i costi. Ce lo avevo in testa da tempo il Vietnam, le persone, la loro mitezza, la cultura, la natura rigogliosa…e finalmente eccomi qui, per quello che ad oggi definirei IL VIAGGIO (sperando logicamente ce ne saranno altri 131214313 come questo)
I Vietnamiti ti stupiscono, ti sembrano indifferenti, distanti, come se nemmeno ti notassero, impegnati nelle loro cose, nel loro traffico, come formiche in un enorme formicaio..poi però se ti ci fermi a parlare non ti lasciano più, ti fanno sentire a casa, accoglienti ed ospitali
Gli uomini in Vietnam sono i cantanti stonati del Karaoke (e in questo un pò mi somigliano). Li vedi fuori dai bar, stare ore davanti a un bicchiere di caffè oppure eroicamente accovacciati ad osservare il traffico tenendo una posizione che mi fanno male le ginocchia solo a pensarci. Discretamente curiosi e impazienti di offrirti una tazza di the e di scambiare due chiacchiere, logicamente in vietnamita…perché tanto a loro non importa che tu li capisca o meno, l’importante è interagire con lo “straniero”
Le donne vietnamite invece, elegantissime nel loro tipico AO DAI, le vedi sicure ed autorevoli, impegnate in mille faccende, con quella timidezza tipicamente asiatica, ma con delle risate contagiose e allegre di quelle che ti fanno sentire subito a tuo agio. Una cosa che mi ha colpito è stata la cura nell’aspetto…capelli neri e folti sempre in ordine, rossetto acceso e tanta ossessione per l’apparenza, come ad imitare in modo esagerato un modello social occidentale (selfie e tiktok come se non ci fosse un domani). Ma soprattutto hanno un’ossessione per la pelle chiara che le porta a coprirsi con enormi cappelli, occhiali da sole, mascherine e a fare il bagno in mare praticamente vestite
I bambini e gli anziani, poi…ne ho incontrati tanti soprattutto nelle zone rurali del nord, Sa Pa e Mu Cang Chai. I primi li vedi correre e giocare nei villaggi praticamente lasciati da soli, interessati alla fotocamera, sorridenti, ma a volte malinconici, i secondi in silenzio, seduti, con le loro mille rughe, a sistemare il mais raccolto o ad intrecciare giunchi con una pazienza ed una lentezza (nel senso buono del termine) invidiabile…VITA LENTA!
Tutto scorre in Vietnam, ma a suo modo, col suo ritmo…